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Si è appena concluso il campionato del mondo su strada maschile di Glasgow. Una gara stupenda, che come in un romanzo in cui non manca nulla, ci ha regalato uno stop imprevisto causato da attivisti per l’ambiente (si sono cementati sul percorso, follia!, bloccando la corsa per 50′), la caduta del nostro capitano Matteo Trentin, l’attacco romantico di Alberto Bettiol, scivolate e ripartenze, pioggia e sole, fino all’assolo del nuovo re Mathieu van der Poel.

L’olandese già iridato del ciclocross ha conquistato una corsa bellissima, ricordandoci come il ciclismo sia la migliore metafora dalla vita. Un anno fa in Australia si ritirò dopo pochi chilometri dal via dopo una notte passata in questura, 365 giorni dopo (anzi meno, visto che il mondiale scozzese è in corso a inizio agosto e non a fine settembre come d’abitudine) festeggia in lacrime sul tetto del mondo. Dopo aver vinto Milano-Sanremo e Parigi-Roubaix, prima di puntare al titolo mondiale anche nel cross country.

Cosa ci insegna questo talento incredibile? Che anche noi, nel nostro piccolo, non dobbiamo mai arrenderci. Se stringiamo i denti, i momenti no prima o poi passano. Sta a noi farci trovare pronti quando avremo l’occasione di scattare e involarci verso la vittoria.

Questo primo mondiale di ciclismo totale è solo all’inizio, ma promette belle soddisfazioni anche all’Italia. La prima medaglia in casa azzurra è stata firmata da Claudia Cretti, commovente nella sua seconda vita paralimpica. Amo il ciclismo per le storie che ci regala, #GlasgowScotland2023 ci ha già offerto delle pagine indimenticabili. Non vedo l’ora di sfogliare le prossime…

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